Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

CARMELO BUSTINTO

Ancient bridges of Sicily: punctual signs of a past that disappears

  • Autori: Tiziana Firrone, Carmelo Bustinto, Alessia Zappa
  • Anno di pubblicazione: 2018
  • Tipologia: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/373601

Abstract

Sono indelebili i segni lasciati dall’uomo sul territorio, testimonianze che il tempo conserva e la storia ci consegna e il cui insieme costituisce una trama fittissima che si sovrappone alla struttura fisica dell’ambiente, integrandolo e modificandolo. Grandi opere, monumenti universalmente riconosciuti come capolavori della mente e delle mani dell’uomo, ma anche opere minori, manufatti d’uso comune, beni isolati che costituiscono gli elementi puntuali di una più vasta e complessa organizzazione di fenomeni insediativi, le tessere di un mosaico ricco di sfumature e riflessi, frutto di un lungo processo di stratificazione storica. Alla categoria dei beni isolati appartengono le torri, i castelli, le chiese, i santuari, le ville, ma anche casali, masserie, fattorie e non ultimi i ponti, costruiti per assicurare la continuità stradale dei percorsi un tempo esistenti. I mutamenti avvenuti nel territorio siciliano nel corso dei secoli, in particolare la scomparsa di numerose trazzere, inglobate nelle proprietà private ad esse limitrofe, hanno determinato l’isolamento di molti di questi ponti che oggi si trovano dispersi tra le campagne, in posizioni decentrate rispetto all’attuale viabilità e pertanto privati della loro originaria funzione. Il perpetuarsi del disuso ha fatto si che molti di questi manufatti scomparissero o venissero abbandonati come ruderi; di alcuni ne rimane solo la traccia, di altri il ricordo; altri mantengono ancora intatta la struttura ed il paramento murario. Molti risultano modificati rispetto al loro visus originario, per l’usura del tempo e per le metamorfosi strutturali, compiute nel corso degli anni. Altri ancora, pur avendo perso la loro funzione originaria, si configurano come elementi architettonici strutturanti gli spazi urbani, divenendo elementi caratterizzanti una piazza. Nessuno oggi è in grado di dire quanti di questi ponti siano sopravvissuti al tempo e al disinteresse degli uomini o ai loro “restauri”, perché non esiste ancora un censimento completo. Da queste considerazioni trae origine lo studio, condotto presso il Dipartimento di Architettura della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo: un viaggio attraverso il tempo che ci ha accompagnato alla riscoperta di una parte della storia di Sicilia. La ricerca si è concentrata nello studio di quei ponti che per le loro caratteristiche storiche e morfologiche e per i materiali e le tecniche costruttive impiegate, rappresentano una testimonianza storica del nostro passato. L’analisi condotta, supportata da rilievi fotografici e architettonici e da notizie apprese in archivi, biblioteche e talvolta dagli abitanti delle zone visitate, ha permesso anche di studiare l’evoluzione tecnologica legata a tali strutture, sia nell’uso dei materiali, sia nelle tecniche costruttive e nell’espressione formale. L’opera di censimento si è concretizzata, tra l’altro, in una schedatura con lo scopo di fornire dati sulla localizzazione, i caratteri, la tipologia, l’analisi strutturale, lo stato di conservazione dei manufatti censiti e sensibilizzare l’attenzione delle pubbliche amministrazioni su questi beni isolati che possono essere definiti monumenti in quanto documenti della storia e della cultura di un Paese e di una civiltà.