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ARMANDO BISANTI

L’assedio di Palermo del 1071-1072 nei «Gesta Roberti Wiscardi» di Guglielmo il Pugliese

Abstract

L’intervento si propone di mettere in evidenza alcune caratteristiche (compositive, ideologico-politiche, retorico-stilistiche) dei «Gesta Roberti Wiscardi» di Guglielmo il Pugliese, l’unico poema epico-storico del sec. XI-XII che tratti della conquista normanna dell’Italia meridionale. I «Gesta Roberti Wiscardi» contano 2833 esametri suddivisi in cinque libri, con un prologo e un epilogo, e si inseriscono in quel vasto ambito di poesia epico-storica (e fondamentalmente celebrativa ed encomiastica) che, dal periodo tardoantico conduce alla ricca produzione di storie e cronache versificate che costituisce una delle più ricorrenti tendenze della letteratura mediolatina durante il sec. XII (e soprattutto in Italia). Il ruolo ricoperto, all’interno dei «Gesta», dalla Sicilia e dalle vicende che riguardano l’isola, non è assolutamente protagonistico, in quanto il poeta preferisce indugiare, soprattutto, sull’Italia meridionale (in particolare, la Puglia e la Calabria) e sui rapporti che il Guiscardo ebbe con l’Impero Bizantino. Purtuttavia non manca, nei «Gesta», la narrazione di alcuni fatti storici riguardanti espressamente la Sicilia. Fra tali episodi del poema sui quali ci si sofferma, spicca il lungo passo dedicato da Guglielmo all’assedio di Palermo del 1071-1072 (III 183-243), che fornisce l’occasione di indugiare opportunamente sulle tecniche specificamente epiche (o, tutt’al più, epico-encomiastiche) messe in atto dal poeta medievale e, insieme, sui suoi indubbi legami con la tradizione epica classica – segnatamente latina – da una parte, e, dall’altra, sulle innovazioni di stampo tipicamente “medievale” che egli accortamente opera nella trattazione e nella rappresentazione delle vicende narrate.