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SERGIO AIOSA

Cristiani fra le rovine. Ipotesi sul riuso del Tempio di Ercole a Sabratha

Abstract

I luoghi di culto cristiani nel Foro e a Nord del Teatro di Sabratha hanno trasformato o obiliterato gli edifici di età romana e condizionato, attraendole a sé, la disposizione, di un cospicuo numero di sepolture. Altre tombe, non in contatto diretto con le basiliche, appaiono ubicate secondo criteri di non sempre immediata intellegibilità. Ciò in quanto sussistono ancora diverse aree della città non scavate che per estensione e ubicazione rendono difficile la comprensione di alcuni dettagli del suo sviluppo urbanistico e delle modalità in cui il tessuto cittadino fu rimodulato e riutilizzato in età cristiana. Il Tempio di Ercole (Regio V, insula 7), restaurato a seguito del terremoto degli inizi del IV secolo d.C., sopravvisse con le funzioni di edificio sacro fino al ben più esiziale terremoto del 365. A ridosso del muro perimetrale ovest ho rinvenuto tre sepolture disposte in senso Est-Ovest, una delle quali reca inciso su una delle lastre di copertura un monogramma cristiano. Già i vecchi rendiconti di scavo segnalavano sull'area del Tempio già distrutto la presenza di povere case e di alcune tombe, in particolare nella platea di fondazione del tempio vero e proprio. Un rappezzo nella pavimentazione del portico ovest, a breve distanza dall'abside, forse una sepoltura relativa ad un individuo in tenerissima età, e un unguentario di un tipo frequentemente associato a pratiche liturgiche. rinvenuto immediatamente all'esterno dell'abside concorrono a far ipotizzare che nel portico absidato occidentale, in parte sopravvissuto al crollo, sia stato creato un luogo di culto improvvisato che venne a costituire un terzo polo di attrazione per le sepolture critiane, posto in posizione intermedia tra la basilica del Foro e quelle a Nord del Teatro.7