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SERGIO AIOSA

Arrivare a Sabratha. La città e la sua immagine

Abstract

Lo sviluppo urbanistico dei due più noti emporia di Tripolitania è stato indagato cercando di cogliere il senso dei alcuni evidenti cambiamenti nel tracciato dei principali assi viari. Leptis mostra di aver adeguato coerentemente alla sua espansione i suoi percorsi interni, mutandone la funzione da direttrici di traffico a percorsi “di rappresentanza”. Riguardo a Sabratha, sfugge la logica sottesa ad ognuna delle sue principali fasi di sviluppo urbanistico. L’emporio ellenistico si conformerebbe al modello urbanistico fissato da Alessandria. Difficile è trovare un riscontro nella pianta della città: ubicazione e dimensioni dell'agorà della Sabratha punica contrastano con la vocazione di sbocco a mare delle vie carovaniere. Ciascuna fase di espansione sembra riguardare solo il costruito e non aver previsto ulteriori sviluppi. Tale apparente mancanza di una progettazione urbana marca anche una differenza con altre città portuali, il cui fronte a mare costituiva un “biglietto da visita” da offrire ai naviganti, e con la stessa Leptis, dove il porto severiano contribuiva in maniera significativa a determinare l'immagine della città dall'esterno; il porto “diffuso” e quasi invisibile di Sabratha sembra indicare che la città non avrebbe “curato” la sua immagine dal mare, riservando più attenzione alla veduta che si offriva a chi provenisse dalle vie interne. La creazione di una seconda piazza forense nell’area di espansione verso Est potrebbe indicare un cambiamento di prospettiva.