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SERGIO AIOSA

Il Tempio di Ercole a Sabratha. Architettura e contesto urbano

  • Autori: Aiosa, S
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Tipologia: Monografia (Monografia o trattato scientifico)
  • Parole Chiave: Architettura romana, Africa romana; Tripolitania
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/71316

Abstract

Il volume costituisce l'edizione del Tempio di Ercole a Sabratha (Libia). Un primo capitolo è dedicato alla consistenza architettonica dell'edificio e include il catalogo delle membrature architettoniche, compresi i frammenti di fregio-architrave con l'iscrizione IRT 29 che permette di fissare la datazione dell'edificio al 186 d.C. Segue un capitolo incentrato sulla geometria del tempio, il cui studio ha permesso di fissarne il modulo progettuale e di sostanziare le ipotesi ricostruttive del suo impianto planimetrico fino ad un considerevole livello di dettaglio, avendo consentito di presentare una pianta ricostruttiva completa. Il terzo capitolo riguarda i saggi di scavo effettuati per determinare la natura e la consistenza delle preesistenze e, soprattutto, il momento del collasso definitivo del Tempio, da connettere al disastroso terremoto del 365 d.C., dopo che il sisma degli inizi dello stesso secolo aveva compromesso le strutture, determinando la necessità di un restauro piuttosto consistente di cui sono evidenziate le tracce. Nel capitolo è compreso il catalogo completo dei reperti di scavo. Ancora, il quarto capitolo, di taglio storico-architettonico, esamina la questione della tipologia cui appartiene il Tempio di Ercole, quella del c.d. “tempio romano-africano”, affrontando la complessa questione della classificazione e delle matrici culturali di questi edifici anche in considerazione della specificità della variante tipologica cui appartiene l'edificio in esame, quella del recinto con portici absidati, non mera variante formale, ma soluzione, redatta in chiave romana, del problema della triplicazione degli spazi di culto, riscontrabile in numerosi edifici di culto dall'impianto legato alla tradizione architettonica semitica. Un ultimo capitolo, il quinto tiene conto del contesto urbano nel quale è inserito il tempio individuando le ragioni della sua specifica collocazione nel c.d. “Quartiere del Teatro” nella necessità di disporre di un edificio sacro dedicato ad un'importante divinità locale, ma con evidenti connessioni con il culto imperiale, a completamento di una nuova piazza forense nella parte “nuova” della città di II secolo, dopo che la piazza originaria era stata trasformata da luogo delle attività mercantili a spazio di rappresentanza. Chiude il volume un'ampia appendice in cui si affronta il tema delle pitture che decoravano i catini absidali, unico aspetto preso in considerazione dalla pubblicazione precedente, nella quale l'impianto architettonico era solo sommariamente descritto. Delle pitture si propone un'interpretazione differente che tiene conto del contesto culturale locale.