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RICERCA/A Palermo un bambino su tre in inverno vive in case “inquinate”

22-mar-2009

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Le case nei mesi invernali si trasformano in “camere a gas” con alti tassi di biossido di azoto e benzene e diventano una delle principali cause di insorgenza di allergie nei bambini palermitani. E’ il risultato al quale sono giunti i ricercatori del dipartimento di Biopatologia e metodologie biomediche dell’Università di Palermo e dell’Istituto di Biologia e immunologia molecolare del Cnr, impegnati in un progetto biennale finanziato da Arpa Sicilia e coordinato da Giacomo De Leo, direttore del dipartimento dell’Ateneo. L’indagine si è svolta capillarmente su 2150 bambini palermitani, trecento dei quali seguiti 24 ore al giorno con badge-rilevatori per individuare le responsabilità principali nella manifestazione di rinite e asma. Nei soggetti in cui le allergie si manifestano sin da giovanissimi, con problemi respiratori, è stata rilevata una stretta dipendenza tra la predisposizione genetica e l’esposizione ad alte densità di smog e fumo passivo. Dall’aprile 2007 al febbraio 2009, due campioni di 150 ragazzini ciascuno, provenienti dalle scuole mappate, sono stati sottoposti a un monitoraggio primaverile e invernale nelle rispettive abitazioni. In particolare, è stato fatto uno studio dei livelli di biossido di azoto (NO2) e idrocarburi volatili (benzene, toluene, Cov) indoor e outdoor mediante campionatori passivi “Radiello”. Si è scoperto che le case sono spesso più insalubri dello stesso ambiente esterno, a causa di una presenza altissima di agenti nocivi (fumo, inquinamento da stufe, cattivo funzionamento delle caldaie, insufficiente aerazione degli ambienti) soprattutto in inverno. Un terzo del campione nei mesi più freddi, un quarto in primavera è risultato esposto a livelli di biossido d’azoto superiori al limite massimo annuale previsto dalla World Health Organization (40 microgrammi/m3), mentre circa il 30 per cento delle misurazioni di benzene indoor sono risultate fuori limite massimo (5 μg/m3) in inverno. I ragazzi che vivono in abitazioni in cui sono stati rilevati i valori più alti di alcuni inquinanti mostrano un significativo aumento della frequenza di patologie respiratorie: il 37 per cento soffre di broncospasmo (un’incidenza doppia rispetto agli altri ragazzi monitorati), il 65 per cento di tosse notturna, il 18 per cento di asma (una percentuale più che doppia rispetto agli altri studenti del campione).