Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

DIPARTIMENTI/Il Senato Accademico approva la "cura dimagrante"

24-ott-2009

Ascolta

Il Senato accademico dell’Università di Palermo approva la “cura dimagrante” per i suoi ottanta dipartimenti, stabilendo che debbano avere almeno 40 docenti e togliendo autonomia finanziaria a quelli con meno di dieci ricercatori attivi (coloro cioè che svolgono attività scientifica) e alle “micro-strutture” con meno di 15 docenti. Drastica svolta anche per i centri interdipartimentali che vengono esclusi da trasferimenti provenienti dal bilancio universitario e dovranno essere finanziariamente autonomi pena la disattivazione. Una riorganizzazione che il rettore Roberto Lagalla definisce storica: “L’Università di Palermo – dice – prima con il ridimensionamento dei corsi di laurea, adesso con la riorganizzazione dei dipartimenti, sta concretamente dando seguito alla necessità del sistema accademico italiano di essere più efficiente, più legato alle reali esigenze formative e di ricerca del territorio, di contenere le spese in un’ottica di razionalizzazione. I dipartimenti si accorperanno naturalmente in aree di ricerca tra loro convergenti, cosa che potrà peraltro favorire lo scambio di conoscenze interdisciplinari, con l’abbattimento di steccati culturali che oggi non hanno alcun senso”. I dipartimenti con meno di 40 componenti saranno disattivati entro il 31 dicembre 2010, senza proroghe.
I dipartimenti con meno di 15 docenti universitari e quelli, anche più grandi, con meno di 10 ricercatori attivi, avranno due mesi di tempo – scadenza il 31 dicembre 2009 - per riorganizzarsi secondo le nuove norme, altrimenti subiranno, già per il 2010, la decurtazione del 50 per cento del finanziamento ordinario e non potranno proporre master, dottorati di ricerca e progetti per assegni di ricerca. Perderanno autonomia amministrativa, con il passaggio della gestione alla sede centrale.
Drastica svolta anche per i centri interdipartimentali, che resteranno in piedi soltanto se in grado di autofinanziarsi. Una commissione nominata dal Senato accademico provvederà, entro il 31 marzo 2010, a valutarne i risultati raggiunti in termini di attrazione di risorse esterne e di produzione scientifica: se risulteranno non attivi saranno aboliti entro il primo novembre 2010. Dal 1 gennaio 2011 saranno esclusi da trasferimenti provenienti dal bilancio universitario, saranno soggetti a verifica biennale dell’attività e potranno reclutare ricercatori, assegnisti, e dottorandi solo attraverso risorse interamente esterne.