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ILARIA GRIPPAUDO

Attività musicale, patrocinio e condizione femminile nei monasteri palermitani (sec. XVII-XVIII)

Abstract

I rapporti tra istituzioni religiose femminili, mecenatismo musicale e contesto urbano sono da tempo riconosciuti e ampiamente studiati. Nonostante ciò si è prestata scarsa attenzione alla situazione siciliana, in particolare alla città di Palermo. Il contributo intende sottolineare il ruolo che la produzione musicale riuscì a giocare nella proiezione concreta e metaforica delle voci delle donne nel mondo e nella società esterni. Ciò valeva sia per le istituzioni che si distinguevano per la clausura delle monache che ospitavano, sia per i conventi che sfidavano regole e regolamenti. In ogni caso le monache usavano la musica come mezzo per negoziare i confini della loro reclusione e riaffermare la loro individualità al fine di mantenere o rafforzare i legami con il mondo esterno. I riferimenti alla musica nel corso delle professioni monastiche sono un'ulteriore conferma dell'importanza che l'organizzazione di cerimonie sontuose rivestiva nel panorama del periodo. Nonostante i tentativi ufficiali di vietare eccessi e sprechi musicali, le famiglie aristocratiche facevano a gara per offrire uno spettacolo degno del loro prestigio. In queste occasioni, l'architettura conventuale si convertiva in un vero e proprio teatro, volto a mostrare una "spettacolarità" condivisa in grado di enfatizzare l'identità delle monache, oltre a mostrare l'importanza delle loro connessioni familiari.