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RENATA PRESCIA

Il patrimonio di archeologia industriale e la sua rigenerazione. Il punto di vista del restauro

Abstract

Il progressivo ampliamento dell’ambito operativo del restauro, avviatosi a partire dalla Carta di Venezia (1964), con l’avvento del XXI secolo ha richiamato l’interesse di molti, non certamente sulle connotazioni culturali e pubbliche, ma soprattutto sulle implicazioni e potenzialità economiche che vi sono certamente presenti. La progettualità si rivolge sempre più agli utenti e sempre meno agli oggetti (manufatti e territorio) che vengono assunti quali strumenti piuttosto che fini; al tradizionale approccio oggettuale si sostituisce quello prestazionale e, a seguire, quello assiologico, che si riferisce cioè ad una scala di valori. La filosofia della <> raggiunta nel 1975 non è ancora oggi visibile negli innumeri interventi realizzati in centri storici o ambiti territoriali, nè lo è la auspicata integrazione tra restauro e urbanistica, come dimostrano alcuni esempi citati nel presente saggio. Uno degli ambiti dell’operare umano in cui ciò si sta verificando maggiormente è il patrimonio di archeologia industriale, la cui conservazione non è ancora questione organicamente affrontata, ma indirettamente legata a processi di urban regeneration. Il saggio intende invece affermare la indispensabilità di un contributo del restauro ove esso sia riconosciuto quale testimonianza irrinunciabile, risorsa collettiva e patrimonio della comunità. Probabilmente però l’ambito disciplinare deve affinare strumentazioni, codici di lettura e di intervento e riferirsi ad apparati che si interessano di assetti del territorio diversi da quelli con i quali è abituato a confrontarsi nel restauro tradizionalmente inteso. Nel contributo si illustra quanto al momento è in corso, su tale tema, nella città di Palermo, capoluogo di un territorio forse marginale rispetto a paesi più progrediti ma in realtà emblematica di un’area mediterranea, culturalmente significativa e oggi al centro di diversificate politiche internazionali.