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MASSIMO MIDIRI

Studio di segmentazione morfovolumetrica in pazienti con declino cognitivo lieve amnestico (aMCI) e demenza di Alzheimer (AD) rispetto ad un gruppo di controllo (Normal Aging Brain, NAB)

  • Autori: cesare gagliardo, alessi giuseppina, anastasi andrea, laudicella riccardo, la tona giuseppe, midiri massimo
  • Anno di pubblicazione: 2016
  • Tipologia: Poster pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/303914

Abstract

SCOPO: Presentare i risultati preliminari di un’analisi di segmentazione morfovolumetrica (VBM) eseguita in pazienti con aMCI ed AD rispetto ad una popolazione di controllo (NAB). Tali dati saranno in futuro correlati ad altri parametri clinico-psicologici raccolti (età, sesso, scolarità, MMSE, ADL, IADL). MATERIALI E METODI: Sono stati sottoposti ad esame RM encefalo 103 soggetti, utilizzando uno scanner RM GE Signa HDxt da 1,5T ed acquisendo, tra le altre, una sequenza Sag 3D T1 FSPGR IR preped ASSET che è stata utilizzata per l’analisi VBM eseguita con il tool sienax (FSL). I risultati sono stati valutati in termini di valori medi e deviazioni standard mediante applicazione del t-test tra gruppi (α=0.05). Sono stati esclusi pz. con dataset RM incompleti o inficiati, con severa leucoaraiosi o altri insulti parenichimali o reperti accessori che potessero inficiare i risultati delle analisi; a seguito di tale selezione la popolazione di studio è risultata pari a 58 soggetti (27♂ e 31♀; età media 72,95 / range 61-85 / dev. stand. 6,66; naMCI=21, nAD=19, nNAB=18). RISULTATI: Differenze statisticamente significative: tra i vol. di st. grigia (p=0.002) e vol. cerebrali globali (p=0.004) tra AD e NAB; tra i vol. di st. grigia (p=0.005) e vol. cerebrali globali (p=0.004) tra aMCI e AD. Non evidenziate differenze statisticamente significative nei dati di segmentazione tra aMCI e NAB o tra i vol. della st. bianca dei tre gruppi. CONCLUSIONI: I risultati ottenuti, in linea con la letteratura, evidenziano certamente l’importanza di questo tipo di analisi ma al tempo stesso confermano come sia necessario utilizzare altre tecniche di studio per differenziare quadri clinici oggi non discriminabili con tecniche di imaging convenzionali o tecniche di analisi che fanno riferimento alla sola morfovolumetria cerebrale.