Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

GUIDO LACCA

Sindrome del tunnel carpale: malattia professionale o patologia correlata al lavoro?

  • Autori: Noto Laddeca, E; Fiordispina, M; Faragone, F; La Bua, S; Infurna Buscarino, C; Colaianni, C; Lacca, G; Picciotto, D
  • Anno di pubblicazione: 2011
  • Tipologia: eedings
  • Parole Chiave: Sindrome Tunnel carpale, Videoterminalisti, Malattia Professionale.
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/60803

Abstract

La sindrome del tunnel carpale costituisce la più frequente neuropatia da compressione dell’arto superiore, originando dall’intrappolamento del nervo mediano nel canale carpale. Nel determinismo della sua comparsa risultano coinvolti numerosi fattori (precedenti fratture, traumatismi cronici, sport, hobbies, attività casalinghe). Vieppiù, è noto che tale malattia riconosce come primo momento etiopatogenetico non solo ripetuti movimenti di flesso-estensione del polso, ma anche malattie sistemiche o condizioni parafisiologiche (menopausa, gravidanza). La sindrome del tunnel carpale, se “secondaria” si manifesta generalmente con carattere di bilateralità soprattutto in donne tra i 30 ed i 60 anni. Di conseguenza risulta fondamentale, nel riconoscimento di una STC come malattia professionale, stabilire se la genesi sia prettamente professionale, ovvero connessa unicamente all’attività lavorativa svolta, o se diversamente possa essere considerata una patologia associata al lavoro, provocata o aggravata dall’azione concomitante di fattori professionali e non. Nel nostro studio abbiamo preso in considerazione un campione di videoterminalisti allo scopo di verificare la presenza di STC, attraverso la ricerca di sintomi soggettivi e segni obbiettivi, associati o meno alla presenza di un’anamnesi positiva per disendocrinopatie, amiloidosi, mesenchimopatie, insufficienza renale cronica in terapia sostitutiva o conservativa, diabete mellito, menopausa, gravidanza al fine di stabilire se l’attività lavorativa sia in grado di determinare una più elevata incidenza e prevalenza in particolari gruppi di lavoratori (esposti al medesimo rischio) rispetto alla popolazione generale.