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MAURIZIO CARTA

Piccole capitali creative

Abstract

Nel secolo urbano che abbiamo di fronte, la città sarà lo scenario della competizione delle energie, delle risorse umane, delle intelligenze collettive e della creatività per la costruzione di un’evoluzione più compatibile con le identità e le vocazioni e più sostenibile rispetto alle risorse ed alle sensibilità del territorio. I segnali delle sue forme, delle sue relazioni e delle sue identità sono già evidenti in alcune città del presente ed ad essi sono dedicate numerose ricerche urbanistiche, sociologiche ed economiche. Ma i segnali sono evidenti e trasmettono ispirazioni e stimoli anche a chi osserva la città per mestiere di progettista, di pianificatore, di stratega dello sviluppo. Il XXI secolo sarà l’era indiscussa delle città e su di esse si misurerà lo sviluppo delle nazioni. Per la prima volta, più della metà della popolazione mondiale vivrà nelle città, in Europa oggi la cifra è già di oltre il 75%, e nei paesi in via di sviluppo raggiungerà velocemente il 50%. Il mondo si svilupperà sia attorno a grandi megalopoli da decine di milioni di abitanti, ma anche attorno a città metropolitane, a conurbazioni diffuse e ad armature di micropoli: all’armatura urbana delle città globali si annoderà, soprattutto in Europa, l’armatura delle città di secondo livello, produttrici di visioni alternative rispetto all’esplosione delle megalopoli. L’armatura urbana europea di secondo livello – le piccole capitali, sempre più città-porta – si delinea come annodata attorno a “città della cultura”, nel senso di città non solo detentrici di risorse culturali profonde lasciate dal palinsesto della storia, ma anche produttrici di nuova cultura: le culture-based competition cities saranno, infatti, quelle città in grado di competere nel panorama internazionale attraverso la valorizzazione e la promozione della propria identità culturale, sia consolidata che in evoluzione.