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ANGELO CICATELLO

Sull'inferenza della speranza

Abstract

Nella seconda sezione del Canone della ragion pura, il riferimento all'ente divino quale fondamento di una relazione proporzionale tra virtù e felicità non assume la forma «dogmatica» di una conclusione nella quale si chiude il ragionamento che ha come premessa la prescrizione morale di realizzare il sommo bene. L'idea teologica rappresenta, piuttosto, il passaggio chiave di un argomento che ricostruisce in modo rigoroso la ratio operandi, la regola del corretto ragionare, il "canone" insomma, di chi vive secondo virtù. Si tratta, a tutti gli effetti, di un’inferenza che la ragione compie in prima persona, nel senso pregnante che il suo buon esito non è affidato alla riuscita dell’argomento che mette capo all’esistenza di un autore morale del mondo, ma al fatto che si diano al mondo persone nella cui condotta un tale ragionamento è, per così dire, all’opera.