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Open Access e valutazione della ricerca

6-ott-2017

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I prodotti scientifici ad accesso aperto sono, come quelli “tradizionali”, soggetti a valutazione qualitativa (peer review) e quantitativa (indicatori bibliometrici quali impact factor, h-index…).

Un lavoro online disponibile senza limitazioni è notevolmente più scaricato di uno a pagamento ed è più facile incentivarne la citazione e prevedere che trend di citazioni seguirà nell’immediato futuro.

Il contesto digitale ha favorito la nascita di nuovi indicatori quantitativi e lo sviluppo di una nuova modalità di misurazione bibliometrica basata sulla circolazione e sull’utilizzo dei contenuti scientifici disponibili on line: questo permette di monitorare l’utilizzo di un articolo dal momento in cui viene pubblicato, di poter conoscere la reale fruizione del contenuto, di allargare la misurazione a documenti diversi dall’articolo scientifico (ad esempio i singoli capitoli di una monografia o il materiale audio e video).

Il web sociale consente di inserire commenti e aprire discussioni sugli articoli open access, compresi quelli validati e peer reviewed. Questo crea un sistema di valutazione della qualità percepita dei prodotti scientifici sulla base della reale fruizione.

 

Le metriche alternative (Altmetrics) sono nuove forme di misurazione quantitativa dell’impatto dei lavori scientifici che si affiancano (non si sostituiscono e non si vogliono sostituire!) ai tradizionali indicatori bibliometrici. La webometria non è un’alternativa alla bibliometria tradizionale ma un insieme di dati ulteriori che danno conto dell’uso e dell’impatto sociale, più che della qualità scientifica, di un saggio. Anche gli editori tradizionali affiancano agli articoli scientifici i dati sulle altmetrics di riferimento.

In base alla modalità di fruizione del materiale scientifico da parte degli utenti, le altmetrics possono differenziarsi in:

  • viewed (visite a pagine web e download del testo pieno)
  • discussed (commenti in blog e social network)
  • saved (salvataggi in apposite piattaforme scientifiche)
  • cited (citazioni bibliografiche rintracciabili nelle banche dati scientifiche e nelle piattaforme editoriali)
  • recommended (citazioni in editoriali e articoli stampati).  

Tra gli indicatori di questo tipo: lo usage factor si ricava dal conteggio dei download della versione digitale di una pubblicazione in luogo della classica citazione; il web impact factor si basa sul numero di link che un sito riceve da parte di altri siti web, sostituendo quindi in questo caso il collegamento ipertestuale alla citazione.

PLoS (Public Library of Science) nel 2009 ha introdotto nelle proprie riviste scientifiche le article level metrics, che forniscono uno spettro di metriche sull’impatto degli articoli sulla base delle citazioni, dei download e statistiche di uso, delle discussioni nei blog e nei social media, delle condivisioni nei social bookmarking: si tratta quindi di un interessante connubio di sistemi tradizionali e metriche alternative. PLoS si ripromette di valutare non solo quante volte un articolo è stato citato e scaricato, ma anche se e quanto è discusso e circola tra i mezzi di comunicazione generica e scientifica 2.0, nella consapevolezza che è in questi strumenti che oggi si svolge parte del dibattito sulla ricerca. Per ogni articolo è immediatamente indicato il numero di visualizzazioni; quante volte e in quali tra le principali banche dati è eventualmente citato; se e quante volte è stato salvato in appositi software di gestione e condivisione di documenti (come Mendeley), e in quali; l’eventuale occorrenza di condivisioni nei social network e di discussioni e commenti sia nella piattaforma stessa di PLoS che in eventuali altri blog.

 

“Il ruolo che il mondo dell’Open Access può avere nell’ambito della valutazione della ricerca riguarda la possibilità di sottoporre a giudizio anche materiali non tradizionali e di elaborare nuovi indicatori bibliometrici da affiancare a quelli attualmente in uso, come già succede a livello internazionale, laddove l’Open Access è già considerato ‘valore aggiunto’ per i processi di valutazione della ricerca” (da L’open access e la valutazione dei prodotti della ricerca scientifica della CRUI).