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Conferenza internazionale “European Network on Social Ontology”

24-set-2015

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Nei giorni dal 24 al 26 settembre 2015 ha avuto luogo presso il Complesso Monumentale dello Steri, sede dell’Università degli studi di Palermo, la quarta conferenza internazionale “European Network on Social Ontology”, organizzata ed introdotta dalla professoressa Francesca Di Lorenzo, docente del Dipartimento di Scienze Umanistiche, in qualità di direttrice scientifica.
Le molteplici relazioni svoltesi in sedute plenarie e parallele, hanno visto protagonisti il presidente della International Social Ontology Society (ISOS) Raimo Tuomela (Helsinki), il vicepresidente Frank Hindriks (Groningen) e Hans Bernhard Schmid (Vienna), editore del “Journal of Social Ontology”, insieme ad altri rappresentanti di gruppi di ricerca molto attivi nel dibattito contemporaneo sull’ontologia sociale, tra cui Hannes Rakoczy (Gottingen), Dan Zahavi (Copenhagen), Andreas Roepstorff, (Aahrus) e Vasu Reddy (Portsmouth).
“Questa conferenza - afferma la professoressa Francesca Di Lorenzo - costituisce una tappa fondamentale nel percorso, che negli ultimi dieci anni siamo venuto tracciando a Palermo, di reciproco scambio tra i fondatori dell’ontologia sociale, John R. Searle, Margareth Gilbert e Raimo Tuomela, e il gruppo di ricerca che si raccoglie attorno al Workshop of Critical Social Ontology da me coordinato. Tali interscambi hanno consentito ai nostri studenti di Filosofia, ai giovani studiosi del dottorato di ricerca in Filosofia e a vari post-doc un proficuo confronto  su tematiche pionieristiche con i principali protagonisti dell’attuale scenario culturale mondiale”.
L’Ontologia Sociale studia la natura della realtà sociale, la genesi e le dinamiche del cambiamento sociale, il ruolo della dell’intenzionalità collettiva nell’ontogenesi dell’interazione sociale, il “team reasoning” e la responsabilità collettiva, il ruolo del linguaggio nella costruzione della realtà sociale e istituzionale, la natura dell’appartenenza e dell’identità di gruppo, la struttura logica e normativa della cooperazione.
La  varietà e complessità dell’oggetto di studio dell’Ontologia sociale richiedono un approccio interdisciplinare in cui convergono tradizioni di ricerca diverse, dalla filosofia analitica a quella post-analitica, dalla fenomenologia alla teoria critica, dalle scienze cognitive alla psicologia dello sviluppo, ben rappresentate nel Convegno palermitano dai loro più significativi esponenti.
Nel dibattito contemporaneo – aggiunge Francesca Di Lorenzo - va riconosciuto al contributo teorico dell’Ontologia Sociale una notevole capacità di impatto culturale e sociale certamente dovuta alla capacità di dare risposta alla ricerca di nuovi modi per salvaguardare i beni comuni contro le sfide che li minacciano. Rispetto a tali sfide, come anche a quella del terrorismo internazionale, non c'e' dubbio che le popolazioni mondiali sono altamente interdipendenti, e condividono  lo stesso destino. Siamo tutti, per usare le parole di Raimo Tuomela, nella "stessa barca". Perciò, si richiedono più rilevanti strategie economiche, politiche e culturali globali.
E viene reclamato, da quanti di noi stanno riflettendo sull'ontologia sociale e dagli scienziati cognitivisti che lavorano sui suoi temi, un modo di pensare e di intendere collettivo più volto al bene comune sia all'interno delle nazioni che fuori di esse. Si richiedono in definitiva più cooperazione e più impegno congiunto. Così, spostando il nostro focus dall'individuo alla comunità, dagli scopi personali agli scopi condivisi, dall’intenzionalità individuale all’intenzionalità collettiva, all'engagement per fini comuni, alle corresponsabilità, al team reasoning, alle esperienze condivise, emozionali e razionali, le nostre nuove ricerche sull'ontologia sociale mirano a contribuire al cambiamento del dominante stile individualistico ed atomistico di pensiero e di azione e stimolare nuove politiche in grado di promuovere fini comuni e sviluppo sostenibile. Mirano in definitiva alla comprensione dei meccanismi atti a metterci in grado di realizzarci come esseri sociali capaci di contribuire al bene comune insieme agli altri, coinvolgendoci e coimpegnandoci con essi su obiettivi condivisi”.